L’esigenza di risparmiare sta spingendo sempre più automobilisti verso le gomme rigenerate: sono come le nuove? Quale tipo scegliere? Ecco cosa c’è da sapere.
Le gomme rigenerate sono sulla bocca di tutti: le statistiche ci dicono che cresce ogni anno il numero di automobilisti che sceglie di montare questa tipologia di pneumatici sulla propria vettura e non è difficile capire il motivo. L’esigenza di risparmiare è l’aspetto prioritario, visto che le coperture ricostruite consentono una sostanziosa riduzione dell’esborso che si attesta in media sul 50% in confronto alle gomme nuove (e in certi casi può anche superarlo). Ma i pneumatici rigenerati sono davvero più economici? La questione va analizzata nel dettaglio e non solo dal lato economico: il confronto gomme rigenerate vs nuove deve tener conto di diversi elementi. Vediamo allora i pro e i contro di questo raffronto e quale tipo di pneumatico scegliere per prendere la decisione migliore.
A livello economico non c’è partita: le gomme rigenerate costano meno di quelle nuove a prescindere dalla tipologia e dal modello. Tuttavia, come ripetono sempre gli esperti del settore, la scelta dei pneumatici non deve basarsi solo sul prezzo, perché in tal caso è più alto il rischio di commettere errori, acquistando prodotti scadenti o dalle performance non all’altezza. Ciò a cui bisogna fare attenzione se si vuole davvero risparmiare è il rapporto fra qualità e prezzo, ovvero puntare su gomme auto di buona qualità e dal costo contenuto, capaci di assicurare le performance di cui si necessita e durata nel tempo. Solo partendo da questo presupposto sarà possibile compiere una scelta corretta in fatto di pneumatici, evitando soluzioni che soltanto all’inizio (e solo in apparenza, nella maggior parte dei casi) permettono di risparmiare.
I pneumatici rigenerati sono perfettamente legali, a patto che siano omologati: a disciplinare la regolamentazione per questo tipo di prodotti sono le normative ECE ONU 108 per le normali autovetture e ECE ONU 109 per i veicoli commerciali e i mezzi pesanti. La legge prevede che al termine del processo di rigenerazione o ricostruzione, le gomme vengano sottoposte agli stessi test previsti per quelle nuove e in caso di superamento avvenga l’omologazione: tali prodotti ricevono dunque l’autorizzazione per l’immissione sul mercato. Sul pneumatico dev’essere chiaramente visibile il fatto che sia ricostruito, attraverso la presenza di un’apposita sigla (108 R per quel che concerne le gomme per le auto), indicando anche il Paese in cui hanno avuto luogo la ricostruzione e l’omologazione e la settimana e l’anno relativi alla ricostruzione, proprio come avviene per indicare la produzione di gomme nuove. Tutto questo serve a regolamentare le coperture rigenerate e a fornire garanzie sulla loro qualità.
Il procedimento di rigenerazione parte dal vecchio pneumatico recuperato da cui viene rimosso il battistrada rimasto e sostituito con materiale nuovo, preservando dunque la carcassa. Quest’ultima e il nuovo battistrada sono sottoposti a centratura ed equilibratura, per poi provvedere ad unirli tramite vulcanizzazione. In questo modo si ottiene il prodotto finito, ovvero il pneumatico ricostruito, che deve sostenere i necessari test per l’omologazione, come visto in precedenza. Il processo di ricostruzione può essere effettuato al massimo una volta per le gomme destinate alle auto e sino a tre volte per quelle che verranno montate su veicoli commerciali e mezzi pesanti. Bisogna precisare che la ricostruzione è un’operazione differente dalla riscolpitura, la quale consiste nel rimuovere 3-4 millimetri circa di gomma dal fondo del battistrada in maniera da ridare profondità alle scanalature che avevano perso spessore a causa del consumo della gomma con l’andare dei chilometri.
Pro e contro dei pneumatici rigenerati sono facilmente individuabili: una spesa decisamente inferiore per chi acquista ma, com’è ovvio, anche per chi li produce, e un minor impatto ambientale, altro aspetto che non dev’essere trascurato. Basti pensare che il processo produttivo di una gomma ricostruita consente di risparmiare fino al 70% in termini energetici in confronto ad una copertura nuova, permettendo inoltre di riutilizzare carcasse che non hanno ancora esaurito il loro ciclo vitale. In fatto di sicurezza e robustezza del pneumatico, poi, i valori possono essere accostati a quelli di un prodotto nuovo. Il contro più evidente consiste nel fatto che trattandosi di una gomma usata, la carcassa non può assicurare le stesse performance, avendo già subito le sollecitazioni e l’usura della sua “vita” precedente, quindi non si avrà a disposizione un elemento al 100% dell’efficienza.
In termini tecnologici il progresso ha permesso alle gomme ricostruite di evolversi in maniera molto rapida: quelle disponibili oggi sono molto più sicure e performanti delle coperture che si avevano a disposizione anche solo dieci anni fa. Per cui se fino a qualche tempo addietro la gran parte degli esperti avrebbe sconsigliato l’uso di pneumatici rigenerati, oggi è in aumento invece il numero di addetti ai lavori che li consiglia, proprio perché le loro performance sono migliori così come il livello di sicurezza che riescono a garantire. Sono però necessarie delle precisazioni: il rendimento di un prodotto ricostruito non potrà mai essere all’altezza di quello di un pneumatico nuovo, nel caso di gomme di fascia medio-alta, mentre può competere alla pari con quelle di fascia economica, le cui prestazioni sono ovviamente inferiori. Come compiere dunque la propria scelta?
Se si cerca il top delle prestazioni e della durata nel tempo, la scelta è obbligata: bisogna optare per gomme nuove, possibilmente del segmento premium, che offrono tutto il meglio che l’attuale tecnologia applicata ai pneumatici ha da offrire. In alternativa, se il massimo delle performance e della resa non è ciò di cui si necessita, si può puntare sui prodotti di fascia media ed eventualmente tenere in considerazione le gomme ricostruite. Ciò che fa la differenza è la qualità di partenza: se il pneumatico rigenerato era un prodotto premium in precedenza, sarà capace di garantire un’affidabilità maggiore in confronto alle gomme di fascia più economica, proprio perché queste sono realizzate al risparmio con l’obiettivo di contenere i costi per offrire una copertura dal prezzo contenuto (la filosofia di molti marchi orientali, in primis cinesi). La scelta si deve basare quindi sulle proprie esigenze, considerando poi solo in un secondo momento la spesa che si può sostenere.
Il suggerimento che si può dare agli automobilisti è quello di orientarsi principalmente sul mercato del nuovo, tenendo sempre presente il consiglio dato in precedenza, vale a dire considerare il rapporto fra qualità e prezzo più che il risparmio iniziale in sé, che può essere effimero. Per rendere più chiare le cose, una gomma dal costo contenuto può avere una durata anche nettamente minore rispetto ad una di fascia superiore, obbligando perciò a cambi gomme più frequenti che vanno a vanificare la spesa iniziale ridotta. Grazie a internet, poi, oggi è più facile avere accesso a promozioni, sconti eofferte che possono essere molto vantaggiosi, riducendo il costo di pneumatici di qualità che diventano pertanto più accessibili pure per gli automobilisti che hanno come obiettivo principale il risparmio e che possono così acquistare prodotti di fascia alta con un esborso limitato.