L’anno di produzione dei pneumatici è fondamentale per conoscere l’età di un set di gomme: vediamo in che modo si può scoprire questa informazione preziosa.
L’anno di produzione dei pneumatici è un dato molto prezioso, perché ci consente di scoprire quando sono stati fabbricati e dunque conoscerne l’età. Tale informazione è riportata su tutte le gomme ma molti automobilisti non lo sanno: ecco allora come leggere l’anno di produzione delle gomme attraverso il DOT, riportato sia sulla spalla dei pneumatici che all’interno del libretto di circolazione. Il DOT è l’acronimo di Department of Transportation e include una serie di numeri e lettere, all’interno dei quali è possibile trovare pure la data di produzione di un set di gomme auto, nello specifico la settimana e l’anno in cui quelle determinate coperture sono state fabbricate. Attraverso questo codice si può dunque risalire all’età dei pneumatici in maniera piuttosto agevole.
Il DOT è nato negli Stati Uniti e successivamente il suo utilizzo si è diffuso anche in Europa: serve a certificare che i pneumatici sono conformi agli standard produttivi e realizzativi, e indica dove sono stati prodotti e quando. Col tempo, questa sigla è stata associata alla data di produzione, perché il codice alfanumerico che compone il DOT contiene anche quattro cifre, relative appunto alla settimana e all’anno in cui quel determinato set di pneumatici è stato fabbricato. Gli automobilisti più attenti verificano oppure chiedono al rivenditore di conoscere il DOT, proprio per assicurarsi di acquistare gomme di recente produzione, tuttavia non basta soltanto un pneumatico “giovane” per renderlo automaticamente efficiente, poiché bisogna tenere in considerazione anche altre variabili, che vedremo più avanti. Detto ciò, il DOT è sicuramente un elemento importante e conoscere l’anno di produzione delle gomme può aiutare gli automobilisti nell’acquisto dei pneumatici.
Prima di capire come leggere il DOT, è necessaria un’ulteriore precisazione: ciò a cui ci riferiamo noi è la data di produzione, che è obbligatoria per la commercializzazione di un pneumatico all’interno del territorio dell’Unione Europea, mentre il DOT è circoscritto al mercato americano. Soffermandoci sulla data di produzione, essa è composta da quattro cifre: per poterla leggere correttamente, bisogna scomporla in coppie di due. Facciamo un esempio: su un set di gomme si trovano le cifre 1520, scomponendole a coppie abbiamo 15 e 20; il treno di pneumatici in questione è stato dunque prodotto nella 15esima settimana dell’anno 2020, semplice no? Per facilitare l’identificazione delle quattro cifre sulla spalla del pneumatico bisogna individuare la scritta “DOT”, e gli ultimi quattro numeri della serie di lettere e cifre che seguono la scritta fanno riferimento proprio alla data di produzione.
La data di produzione è stata resa obbligatoria a livello normativo attraverso la Direttiva n. 92/23/CE e i Regolamenti ECE ONU n. 30, n.50 e n. 75 validi per autovetture, veicoli commerciali e motocicli, con un obiettivo ben preciso: garantire sempre la tracciabilità dei prodotti immessi in commercio, per poter individuare uno specifico lotto di gomme in caso presentasse anomalie oppure difetti. Una rapida individuazione consente infatti un intervento tempestivo, con la possibilità di richiamare in breve tempo i prodotti difettosi evitando conseguenze peggiori per i consumatori. Ciò aiuta a capire che sicuramente la data di produzione è importante per gli automobilisti e chi acquista pneumatici, ma lo è senz’altro di più per chi li produce, che può fare affidamento su uno strumento utile e rapido per l’individuazione dei diversi lotti di produzione, grazie al quale risalire ad un set di pneumatici specifico.
Chiariamo subito che conoscere l’anno di produzione è un’informazione preziosa in più da sapere, ma non è decisiva circa la qualità delle gomme. Può essere utile per evitare alcune truffe, messe in atto da rivenditori spregiudicati – soprattutto online – che propongono gomme scontatissime ma vecchie di 5 o 6 anni, però si tratta di casi limite. In linea di massima fino a 3 anni una gomma mai usata può essere considerata nuova, quindi acquistarne una prodotta nel 2019 oppure nel 2021 non fa differenza, si avrà comunque un prodotto di recente fabbricazione. Più dell’età, dunque, ad incidere sullo stato di salute di una copertura è la sua conservazione: a tale aspetto bisogna prestare più attenzione, informandosi presso il rivenditore oppure rivolgendosi ad uno di fiducia capace di garantire sempre una conservazione corretta delle gomme in suo possesso, in grado di mantenere elevata la funzionalità dei prodotti.
Possiamo dire che è decisiva: una gomma ben conservata è infatti in salute e quindi manterrà più a lungo nel tempo la sua efficienza. Se invece un pneumatico è custodito con poca cura, invecchia prima e non mantiene le proprie caratteristiche in termini di aderenza e prestazioni. Bisogna perciò essere sicuri che il rivenditore conservi le gomme preferibilmente in ambienti chiusi e riparati, in cui temperatura e umidità rimangano costanti, lontani da fonti di calore o sostanze chimiche che potrebbero alterare la gomma che compone la mescola. In più vanno tenute negli appositi supporti, evitando di poggiarle direttamente al suolo poiché in questo modo si rischia la deformazione della superficie se non vengono ruotate con una certa costanza. Con una corretta conservazione, una gomma del 2019 risulterà sicuramente più efficiente rispetto a una del 2021 ma custodita con noncuranza.
Non esiste a livello normativo un limite di età da rispettare per le gomme auto, quindi tecnicamente si possono tenere a bordo gli stessi pneumatici anche per 10 anni o più, sebbene sia fortemente sconsigliato. La durata media delle gomme è infatti di 5-6 anni e il parametro da tenere in considerazione è lo spessore del battistrada, non la loro età: se questo è inferiore a 1,6 millimetri, bisogna provvedere alla sostituzione, a prescindere da quanti anni sono a bordo del veicolo. Se si raggiunge il limite di 1,6 millimetri dopo tre anni dal montaggio di quel set di gomme, devono essere sostituite per legge e nell’eventualità di controlli si rischiano sanzioni amministrative e nei casi peggiori anche il sequestro del mezzo.