I sistemi per il monitoraggio della pressione pneumatici – in breve TPMS, dall’inglese Tyre Pressure Monitoring System – sono presenti sulle auto di nuova immatricolazione e il loro funzionamento potrebbe essere non molto chiaro per i guidatori di vecchia data, ecco perché risulta utile approfondire in che modo agiscono e quali vantaggi offrono a chi si trova al volante. Attraverso dei sensori collocati nelle ruote, questi sistemi sono in grado di rilevare perdite di pressione delle gomme auto: nel caso si dovesse riscontrare che in uno o più pneumatici questa è scesa almeno del 25% rispetto al valore indicato dal produttore del veicolo, una spia sul cruscotto avviserà il conducente che è necessario intervenire per ripristinarla e tale operazione va effettuata il prima possibile, per evitare di circolare con una o più gomme sgonfie.
Il TPMS installato su una vettura può essere di tipo diretto oppure indiretto: qual è la differenza? Nel primo caso i sensori sono in grado di rilevare in maniera diretta le perdite di pressione, essendo collocati all’interno del pneumatico, mentre i sensori della tipologia indiretta si basano sulle rotazioni della ruota al minuto. Se queste diminuiscono, significa che è in atto una perdita di pressione e in conseguenza di ciò il sistema avvisa il conducente. Il TPMS diretto è dunque più preciso per rilevare eventuali sgonfiamenti delle gomme, ma è anche maggiormente costoso e richiede un intervento più laborioso al momento di sostituire i pneumatici, poiché dovranno essere rimossi e poi di nuovo collocati i sensori, con successiva taratura. A prescindere dalla tipologia, è un congegno che offre la comodità di mantenere i livelli della pressione sempre sotto controllo, dato che i sensori la tengono monitorata costantemente.
I sistemi TPMS sono stati introdotti a partire dalla metà degli anni Duemila, quindi ora a distanza di quasi due decenni sono sempre più numerose le vetture dotate di tale dispositivo. Come fare per capire se è presente a bordo della propria auto? È molto semplice, in quanto è sufficiente consultare il manuale del veicolo, dove sono riportate tutte le informazioni relative all’autovettura e ai sistemi di cui dispone. È possibile verificarlo anche tramite il cruscotto: al momento dell’avviamento del motore se si accende per pochi secondi la spia TPMS, vuol dire che è installato sulla vettura. In genere tutte le auto di nuova immatricolazione sono dotate di sistema TPMS, quindi se non è stata acquistata di seconda mano è molto probabile che sia equipaggiata con tale dispositivo. Non fa differenza il tipo di veicolo, che siano autovetture oppure Suv i sensori TPMS funzionano allo stesso modo per monitorare il livello della pressione di gonfiaggio.
Dopo aver rilevato una perdita di pressione in uno o più pneumatici, il sistema TPMS la segnala al guidatore attraverso l’apposita spia sul cruscotto. Al momento della messa in moto del veicolo, questa dovrebbe accendersi per qualche secondo e poi spegnersi; se rimane accesa, significa che la pressione di una delle gomme è insufficiente. In alternativa, ma tale evenienza è più rara, potrebbe trattarsi di un malfunzionamento dei sensori che non riescono a rilevare i parametri relativi al gonfiaggio. Bisogna provvedere a controllare manualmente e ripristinare la pressione delle gomme in cui è insufficiente e poi recarsi da un gommista per una verifica accurata, affinché venga individuata la causa dello sgonfiamento qualora non fosse dovuto al fisiologico uso della vettura.
Come qualsiasi componente di un veicolo, anche il sistema TPMS necessita di controlli a cadenze regolari. In particolare se si usano gomme stagionali, alternando quindi invernali ed estive due volte all’anno, i sensori devono essere riposizionati e ricalibrati ad ogni cambio pneumatici e questa è l’occasione migliore per effettuare un controllo circa il loro funzionamento e provvedere all’eventuale sostituzione in caso di problematiche. Nel complesso la ricalibrazione è un intervento semplice, ma ovviamente deve essere effettuato da un gommista in officina e non si può agire con il fai da te, in quanto è indispensabile la strumentazione apposita. Ulteriori altri controlli sono da svolgere quando si rilevano anomalie nel funzionamento del sistema, poiché potrebbero esserci dei problemi nei sensori, le cui misurazioni rischiano dunque di essere inaffidabili.
In linea di massima la presenza del sistema TPMS consente di effettuare controlli manuali meno frequenti sulla pressione dei pneumatici, proprio perché questo compito è svolto dai sensori. Se dunque in assenza di sistema di monitoraggio la pressione andrebbe verificata in media ogni 3-4 settimane, è possibile far trascorrere un lasso di tempo maggiore quando la vettura è dotata di dispositivo TPMS. Il consiglio però è quello di tenere comunque sotto controllo la pressione di gonfiaggio anche manualmente e non affidarsi in toto alle rilevazioni dei sensori, in quanto potrebbero esserci perdite lievi che non sono riscontrate dal sistema ma che possono compromettere la funzionalità dei pneumatici, causando un consumo maggiore del battistrada e incrementando la resistenza al rotolamento. Il sistema TPMS è uno strumento comodo per constatare con prontezza le perdite di pressione oltre una certa soglia, al di sotto della quale però rimane sempre consigliato il controllo manuale da parte dell’automobilista.