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I pneumatici fuori uso faranno parte dell’economia circolare

Published in montaggiogomme by Matteo Lecca, 7/14/2020 0

I pneumatici fuori uso non dovranno più essere considerati rifiuti e perciò smaltiti come tali: è questa la novità introdotta dal Ministero dell’ambiente attraverso il decreto denominato End of Waste, che prevede dunque l’ingresso dei PFU – acronimo di pneumatici fuori uso – nell’economia circolare. In base alle nuove disposizioni, quindi, le gomme giunte al termine del loro ciclo di vita saranno considerate “materia prima seconda” e non rifiuti: si tratta di circa 400 mila tonnellate di pneumatici all’anno destinati all’economia circolare del nostro Paese. Una decisione che darà dei benefici sia ambientali che economici, creando posti di lavoro in un momento complicato come quello attuale per le 25 aziende specializzate nella gestione dei PFU (per un totale complessivo di circa un migliaio di dipendenti).

Il recupero dei pneumatici fuori uso

Attraverso il nuovo decreto, pertanto, sono assicurati la raccolta e il riciclo di tutti i pneumatici fuori uso presenti sul territorio italiano, organizzata in maniera capillare coinvolgendo officine e gommisti. Questa decisione si colloca all’interno di un solco che negli ultimi dieci anni ha visto radicalmente cambiare il ruolo delle gomme fuori uso, passate dall’essere considerate un rifiuto di difficile gestione ad una risorsa preziosa, grazie ai molteplici utilizzi cui può essere destinata la gomma recuperata attraverso appositi trattamenti e lavorazioni. Tale iniziativa può inoltre rappresentare una spinta per il rilancio e la crescita delle aziende che operano nel settore, in modo particolare in questo periodo economico fortemente segnato dalla crisi generata dalla pandemia globale, dunque avrà un duplice effetto: fornire un incentivo utile alle attività che lavorano nella raccolta e nel riciclo dei pneumatici e salvaguardare l’ambiente reimpiegando un materiale che ha esaurito la prima fase del suo ciclo vitale.

Una scelta condivisa e apprezzata

I diversi decreti denominati End of Waste sono stati particolarmente apprezzati dalle associazioni ambientaliste, poiché mirano a favorire il recupero anche di materiali non semplici da trattare come i pneumatici, che altrimenti sarebbero destinati alle discariche e all’abbandono, senza possibilità di riciclo. L’unico timore ora riguarda la velocità con cui sarà recepita l’iniziativa, a causa dell’emergenza Coronavirus che per lunghi mesi ha bloccato gran parte delle attività in Italia e nel mondo, causando inoltre la cessazione di quelle che non sono riuscite a far fronte ai costi senza poter contare sulle normali entrate. Il decreto sui pneumatici fuori uso prevede inoltre un sistema per il tracciamento e il controllo della sicurezza e della qualità dei materiali creati con il polverino ricavato dai PFU, in modo da avere soltanto applicazioni garantite e certificate per un nuovo utilizzo.

Una doppia garanzia

Questo sistema di controllo della qualità e del tracciamento sarà utile sia per gli impianti che si occupano del riciclo in quanto sapranno in che modo verrà impiegato il materiale dopo essere stato lavorato e per le aziende che lo utilizzeranno, le quali potranno contare su un’apposita certificazione della materia lavorata che offre precise garanzie sulla qualità e la sicurezza dei granuli e della polvere di gomma che andranno ad impiegare. Grazie alla trasformazione dei pneumatici da rifiuti a materia prima seconda, si ottiene una riduzione delle emissioni nell’atmosfera, del prelievo di nuove materie prime e dei consumi d’acqua, agevolando al contempo gli investimenti delle aziende nella cosiddetta green economy, ovvero l’economia verde. Il Ministero dell’ambiente ha dunque deciso di puntare forte sull’economica circolare anche per quanto riguarda la gestione e il riciclo dei pneumatici fuori uso, ponendo l’Italia come modello di riferimento a livello europeo e dando uno slancio significativo alle aziende impegnate in questo settore per uscire dalla crisi generata dagli effetti del Coronavirus.