La proposta di incrementare il limite legale minimo dello spessore del battistrada dei pneumatici – attualmente di 1,6 millimetri – sta trovando una forte opposizione da parte di Michelin: secondo il costruttore di gomme francese, infatti, il limite in vigore è più che sufficiente per garantire la dovuta sicurezza, se le coperture sono di qualità. Portare tale limite a 3 o addirittura a 4 millimetri – come si vocifera – avrà come unica conseguenza quella di obbligare gli automobilisti a sostituire pneumatici che sono invece ancora perfettamente in grado di svolgere il loro compito, aumentando il numero di gomme da smaltire e causando così un danno all’ambiente.
Inoltre una sostituzione più frequente delle coperture è controproducente anche per gli automobilisti, che si ritroveranno gomme dalla durata inferiore e saranno chiamati ad un esborso maggiore, dovendo cambiare i pneumatici con maggior frequenza in confronto a quanto accade attualmente. Quando una gomma è di qualità – secondo Michelin – è capace di mantenersi sicura fino al limite di 1,6 millimetri di spessore e per dimostrarlo l’azienda del Bibendum porta ad esempio il suo pneumatico Primacy 4, in grado di assicurare elevate performance e affidabilità per tutta la sua durata, fino al raggiungimento del limite previsto dalle normative.
Una scelta che penalizza l’ambiente
Aumentare lo spessore minimo del battistrada per poter circolare porterebbe ad un maggior consumo di materie prime, dovuto all’incremento di produzione di pneumatici conseguenza diretta della loro durata inferiore. Michelin fa inoltre notare come il limite tuttora in vigore sia stato stabilito nel 1989, quando le tecnologie disponibili erano di gran lunga inferiori rispetto a quelle attuali; perciò, semmai, si dovrebbe iniziare a ragionare per attuare una soluzione diametralmente opposta, vale a dire ridurre il limite di 1,6 millimetri tenendo conto dell’evoluzione dei pneumatici nell’arco degli ultimi trent’anni. Gomme più performanti, più sicure ed affidabili anche con uno spessore del battistrada ridotto.
L’eventuale incremento dello spessore minimo legale sarebbe una scelta di comodo per i produttori, che infatti spingono verso questa direzione, ad eccezione appunto di Michelin. Il costruttore francese sottolinea come non vi sia alcun nesso fra gli incidenti automobilistici (e la minore sicurezza in generale) e uno spessore del battistrada inferiore a 3-4 millimetri. Più che su questo aspetto, dunque, bisognerebbe lavorare sulla qualità delle gomme: in alcuni test sul proprio circuito privato, Michelin ha infatti dimostrato che un pneumatico di qualità premium giunto a 1,6 millimetri di spessore può rivelarsi più performante e sicuro di una gomma economica nuova o usata pochissimo e dunque con uno spessore maggiore.
Cosa cambierebbe con regole diverse?
A livello statistico, la società Ernst e Young ha condotto uno studio su cosa cambierebbe se il limite legale dello spessore dei battistrada fosse di 3 millimetri invece che di 1,6; soltanto in Europa si utilizzerebbero all’incirca 130 milioni di pneumatici in più ogni anno, del tutto inutilmente verrebbe da aggiungere, poiché come abbiamo visto un limite superiore all’attuale non modifica nulla in termini di sicurezza. Un tale aumento avrebbe un impatto pesante sull’ambiente, con quasi 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica in più immesse nell’atmosfera dovuti alla maggior produzione di gomme. Complessivamente, l’aumento dei costi per gli automobilisti europei arriverebbe a sfiorare i 7 miliardi di euro, cifra che fa una certa impressione. Perciò Michelin punta ad un’ottica di valutazione che riguardi la durata delle gomme invece che il consumo del battistrada, mettendo la resa e le performance della copertura davanti allo spessore degli intagli, aspetto che da solo non dà garanzie certe circa la sicurezza del pneumatico.