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Smaltimento pneumatici: un sistema che mostra delle crepe

Published in montaggiogomme by Matteo Lecca, 5/17/2021 0

In fatto di smaltimento dei pneumatici le cose sono molto migliorate negli ultimi anni rispetto al passato, tuttavia l’attuale sistema non è affatto esente da critiche per via delle crepe e dei malfunzionamenti che mostra, segnalate dagli addetti ai lavori. Per fare chiarezza su ciò che non va, la CNA Autoriparazione – ovvero il settore della Confederazione Nazionale dell’Artigianato che riunisce autoriparatori, carrozzieri, elettrauto, gommisti e meccatronici – ha deciso di avviare un’indagine per capire a cosa siano dovuti i problemi nella raccolta e smaltimento delle gomme auto, perché per chi lavora nel comparto al danno delle lunghissime attese per il ritiro si aggiunge la beffa del dover pagare sanzioni a causa degli accumuli di PFU nei piazzali e nei cortili delle officine.

Smaltimento gomme: il sistema va a rilento

Molti fra carrozzieri, gommisti e officine hanno denunciato di dover attendere anche oltre quattro mesi per veder ritirati i pneumatici sostituiti giunti a fine vita, con la conseguenza di trasformare i loro depositi temporanei in permanenti, dati i tempi di attesa biblici. La gestione dei PFU si sta quindi rivelando lacunosa e problematica e i guai ricadono sull’anello “debole” della struttura, con il rischio di sanzioni per mancanze che invece sono da ricercare altrove. In tutto ciò, le disfunzioni e i problemi sono stati segnalati più volte alle istituzioni che si occupano della raccolta e dello smaltimento, senza però che tali segnalazioni sortissero alcun effetto. È questa la denuncia di CNA che perciò ha deciso ora di avviare un’indagine attraverso un questionario rivolto a tutti coloro che operano nel settore, in modo da individuare più agevolmente le criticità dell’attuale sistema.

Gli obiettivi del questionario

Alla base dell’iniziativa, c’è la volontà di comprendere le problematiche legate ai ritardi nei ritiri o addirittura la loro totale mancanza in certi casi, che porta molti degli addetti ai lavori a definire il sistema inefficiente. A ciò bisogna aggiungere che i recenti provvedimenti, introdotti per migliorare la gestione, hanno nella realtà dei fatti – almeno stando a quanto denunciato dalla CNA – portato a ulteriori complicazioni, senza riuscire a venire a capo dei ritardi nella raccolta. Lo scopo del questionario è quindi fare una sintesi delle risposte e delle indicazioni di chi tocca con mano quotidianamente i problemi del sistema e fornire dunque delle proposte alle istituzioni, così da avere un processo di raccolta e smaltimento dei pneumatici davvero efficace e che non obblighi a lunghe attese, vanificando in sostanza il pagamento del contributo PFU che tutti gli automobilisti versano al momento dell’acquisto di nuove gomme, sia online che presso i rivenditori fisici.

Quali miglioramenti apportare?

Negli anni diversi suggerimenti sono stati proposti ma la situazione – seppur migliorata rispetto al periodo precedente all’introduzione del contributo PFU – rimane spinosa in molti casi, per via del funzionamento non sempre efficiente del sistema di raccolta. Ma cosa si può fare per superare gli ostacoli? La prima indicazione è quella di incrementare i controlli da parte delle autorità soprattutto nei confronti dei consorzi, i primi indiziati per i ritardi o la mancata raccolta dei pneumatici fuori uso. D’altro canto, serve maggiore attenzione verso le importazioni dall’estero, in particolare dai Paesi orientali, di gomme che spesso sfuggono al sistema di raccolta poiché non registrate e quindi che non rientrano all’interno della gestione finanziata dal contributo PFU. In tal senso, sarebbero necessari più controlli anche su quei rivenditori che per offrire maggiore risparmio “scontanoil contributo PFU dal prezzo dei pneumatici, causando in questo modo problematiche a catena che impediscono il ritiro e lo smaltimento di quelle gomme non riconosciute una volta giunte a fine ciclo vitale.