back to all posts

Flotte pubbliche: si punta sulle gomme ricostruite

Published in montaggiogomme by Matteo Lecca, 5/3/2021 0

La tendenza del nuovo governo è quella di puntare forte sulle gomme ricostruite per l’equipaggiamento delle flotte pubbliche: l’intenzione è stata resa chiara dalle parole espresse da Gianluca Benamati che ricopre l’incarico di capogruppo per il Partito Democratico nella Commissione attività produttive della Camera, che ha sollecitato l’innalzamento della quota (fissata obbligatoriamente) di pneumatici ricostruiti destinati alle auto della pubblica amministrazione. Attualmente questa si attesta al 20%, l’obiettivo è di portarla al 50%, equipaggiando così la metà delle vetture con coperture ricostruite. L’invito è stato rivolto da Benamati nel corso di un’interrogazione parlamentare al ministro della Transizione ecologica (nuova figura istituita dal presidente del Consiglio Draghi) e al ministro dello Sviluppo economico, con lo scopo di ampliare le politiche “verdi” del nostro Paese.

Pneumatici ricostruiti: sono affidabili?

La norma che stabilisce la presenza del 20% di gomme ricostruite nelle flotte pubbliche risale al 2002, per questo il capogruppo PD della Commissione attività produttive ha invocato un aggiornamento, spostando al 50% dopo vent’anni questa quota. È una proposta condivisibile? I pneumatici ricostruiti sono davvero affidabili? Vent’anni in ambito tecnologico costituiscono un arco di tempo notevole, durante il quale gli sviluppi fanno passi enormi e non c’è dubbio sul fatto che i pneumatici ricostruiti di oggi sono nettamente migliori di quelli che si realizzavano all’alba degli anni Duemila: i materiali sono stati affinati, così come le tecniche di produzione e di recupero delle vecchie gomme e possiamo giungere alla conclusione di considerare affidabili le gomme ricostruite, anche se ovviamente il loro rendimento e le performance sono ancora inferiori a quelle dei pneumatici nuovi, soprattutto se paragonati ai top di gamma del settore.

Gomme nuove e ricostruite a confronto

In un recente test sono state posto a confronto gomme nuove di fascia premium, gomme nuove economiche e coperture ricostruite, messe alla prova al banco e poi su strada. Il risultato è stato eloquente: le prestazioni del pneumatico ricostruito sono state ampiamente inferiori pure rispetto alla copertura economica nuova, perciò ben lontano da quella premium. Un dato che illustra quanta distanza ci sia ancora fra prodotti ricostruiti e nuovi, nonostante gli indubbi passi avanti compiuti nel corso degli anni. Sicuramente la riduzione dell’impatto dei pneumatici sull’ambiente è un tema fondamentale e le coperture ricostruite sono uno strumento che permette di limitare l’inquinamento generato dal processo produttivo delle gomme auto e dal loro smaltimento non sempre ottimale, tuttavia non può andare a discapito della sicurezza sulle strade. Per questo non ci deve essere demonizzazione nei confronti dei ricostruiti, ma allo stesso modo è sbagliato “forzarne” l’impiego se il loro rendimento è ancora decisamente al di sotto rispetto ai prodotti nuovi.

I produttori adottano politiche sempre più green   

L’attenzione all’ambiente è sempre crescente anche da parte dei produttori di pneumatici, che si impegnano nell’adozione di politiche green volte a rendere i loro prodotti ecosostenibili o addirittura eco-responsabili, come nel caso dell’ultima gomma realizzata da Michelin, l’ePrimacy; attraverso l’aumento della durata e la riduzione della resistenza al rotolamento si possono contenere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, rendendo quindi i pneumatici più sostenibili. Imporre perciò l’obbligo di usare un certo quantitativo di gomme ricostruite potrebbe non essere la strada più corretta da percorrere, anche se l’Italia è ancora ben lontana dalla Francia dove le flotte pubbliche hanno l’obbligo di utilizzare al 100% prodotti ricostruiti. La tematica è senz’altro delicata e importante, ma affrontarla attraverso imposizioni e obblighi percentuali non è probabilmente la soluzione migliore: senza nulla togliere al progresso compiuto dai pneumatici ricostruiti negli ultimi anni, è un dato di fatto la loro distanza ancora notevole in termini prestazionali dai prodotti nuovi.